affascinanti dell'anno, quella di Ognissanti e della commemorazione dei defunti. Trovo interessante in particolare quest'ultima per il suo legame profondo con le nostre tradizioni pagane e per come queste siano alla base della successiva esperienza cristiana.
Il tema della morte ci riporta ad un culto dei morti antichissimo, ad una festa che aveva soprattutto un linguaggio alimentare ben definito e ricco di significati. La sera della vigilia dei morti (che per noi cade la notte tra il 1 e il 2 novembre) si attuano tutta una serie di comportamenti collegati a cibi da consumarsi ritualmente, che manifestano il tipo di rapporto che i vivi intessono con i defunti.
Tanti sono gli alimenti e le ricette fortemente legate al culto dei morti: le fave, la melagrana, il grano, le noci, le nespole, il vino e tutte le preparazioni che mettono insieme questi prodotti autunnali tipici della tradizione contadina, ognuno con il proprio significato.
Per approfondire queste tematiche vi invito a fare un salto QUI.
Ma perché questi biscotti alle mandorle si chiamano "fave dei morti"?
La loro simbologia è antichissima: sin da tempi remoti le fave erano presenti nelle cerimonie funebri in Egitto, in Grecia, a Roma. Le fave erano considerate un mezzo di comunicazione diretto tra l'Ade, il mondo dei morti, collocato fisicamente nelle profondità terrestri, ed il mondo dei vivi. In generale l'usanza delle offerte alimentari ai defunti, documentate in quasi tutte le culture nel mondo antico, sono la testimonianza di questa comunicazione.
Diversi erano i riti anche scaramantici che avevano come protagoniste le fave, come ad esempio cospargerne le tombe con per chiedere la pace per i defunti. Nei riti funebri, per scopi propiziatori, le fave venivano offerte ai poveri. Infine in epoca cristiana, le fave diventarono cibo di precetto nel 928 quando, Oddone abate di Cluny, ordinò che ogni anno il 2 novembre si commemorassero i defunti con speciali orazioni, ed affinché i monaci riuscissero a vegliare l’intera notte in preghiera, l’abate concesse una razione notturna di fave.
La loro simbologia è antichissima: sin da tempi remoti le fave erano presenti nelle cerimonie funebri in Egitto, in Grecia, a Roma. Le fave erano considerate un mezzo di comunicazione diretto tra l'Ade, il mondo dei morti, collocato fisicamente nelle profondità terrestri, ed il mondo dei vivi. In generale l'usanza delle offerte alimentari ai defunti, documentate in quasi tutte le culture nel mondo antico, sono la testimonianza di questa comunicazione.
Diversi erano i riti anche scaramantici che avevano come protagoniste le fave, come ad esempio cospargerne le tombe con per chiedere la pace per i defunti. Nei riti funebri, per scopi propiziatori, le fave venivano offerte ai poveri. Infine in epoca cristiana, le fave diventarono cibo di precetto nel 928 quando, Oddone abate di Cluny, ordinò che ogni anno il 2 novembre si commemorassero i defunti con speciali orazioni, ed affinché i monaci riuscissero a vegliare l’intera notte in preghiera, l’abate concesse una razione notturna di fave.
In tempi più recenti le fave sono simboleggiate da biscotti che ne prendono il nome e che vengono donati ai poveri e consumati in attesa della notte dedicata ai defunti, o lasciati in tavola insieme ad altro cibo e vino nella notte del 2 novembre. E' tradizione in varie parti d'Italia, infatti, lasciare la tavola apparecchiata nella certezza che i morti tornassero nelle loro case per consumare il cibo preparato loro dai parenti.
La ricetta dei biscotti alle mandorle/fave dei morti:
Questi biscotti sono semplicissimi, veramente light e a basso indice glicemico. Inoltre non contengono ingredienti di origine animale. La margarina vegetale utilizzata è fatta in casa ed è a base di olio evo, acqua e lecitina di soia.
Ingredienti per 30 biscotti circa:
- 190 g di farina tipo 1
- 120 g di farina di mandorle
- 60 g di zucchero di mele DolceDì
- 100 g di margarina vegetale autoprodotta
- 60 g di zucchero di mele DolceDì
- 100 g di margarina vegetale autoprodotta
- 1 pizzico di vaniglia naturale bio in polvere
- 1 pizzico di sale
- zucchero a velo di canna q.b.
Preparazione:
Mescolare tutti gli ingredienti secchi, ossia le farine, la vaniglia e il sale (1). Emulsionare a parte la margarina vegetale, trovate la ricetta QUI, e lo zucchero di mele e poi aggiungere il tutto agli ingredienti secchi (2).
Infornare i biscotti a 170° per 15-20 minuti, non dovranno colorirsi troppo, mi raccomando.
Sfornare a lasciare raffreddare su una gratella (6), questo per evitare che si inumidiscano con la loro stessa condensa. Infine, quando sono ancora tiepidi, girarli in poco zucchero di canna a velo, di cui trovate la ricetta QUI e sbatterli leggermente per far cadere lo zucchero in eccesso. Questo passaggio serve soltanto per renderli più diafani, ma la quantità di zucchero che rimane sul biscotto è minima.
Sfornare a lasciare raffreddare su una gratella (6), questo per evitare che si inumidiscano con la loro stessa condensa. Infine, quando sono ancora tiepidi, girarli in poco zucchero di canna a velo, di cui trovate la ricetta QUI e sbatterli leggermente per far cadere lo zucchero in eccesso. Questo passaggio serve soltanto per renderli più diafani, ma la quantità di zucchero che rimane sul biscotto è minima.
Da gustare con un buon tè verde, oppure a fine pasto con del vincotto o con vino passito.
Ricordatevi di lasciare qualcosa sul tavolo per chi vorrà, simbolicamente, venire dal mondo dei morti ad assaggiare i vostri biscotti!!!
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